Nulla, purtroppo, ci è possibile dire delle epoche più antiche, per le quali ci restano solo alcuni esemplari di coltelli e pugnali.
Si può osservare, però, come da subito venga differenziato il coltello dal pugnale, anche a causa della diversità dei materiali impiegati: il coltello è un utensile destinato a tagliare, il pugnale è un’arma corta, impiegata prevalentemente di punta.
I materiali, fino all’avvento della metallurgia, sono i più diversi, anche se i coltelli tendono ad essere fatti di pietre taglienti come la selce o l’ossidiana, a volte ottenuti fissando piccoli denti di questi materiali su una base di legno.
Per quanto riguarda i pugnali i materiali sono più vari, in quanto non è indispensabile che un pugnale sia tagliente, essendo sufficiente che abbia una punta per offendere.
Richard F. Burton per esempio riferisce di pugnali d’osso usati dai popoli nativi messicani, ma anche di un’antica daga irlandese (scyan) in osso e, per quanto riguarda le armi in corno, 6 pugnali in questo materiale ( e uno in pietra con manico in corno) ritrovati nelle vicinanze di Labach, sulle Alpi orientali.
Molto interessante è il coltello detto di Gebel-el-Arak, oggetto dell’Egitto predinastico, con lama in selce e impugnatura in avorio sulla quale sono scolpite scene di combattimento tra guerrieri armati di asce, mazze e coltelli, con diverse prese e azioni di lotta.
Una volta appreso a far uso dei metalli, coltelli e pugnali verranno fatto solo in questi materiali, prima in rame, poi in bronzo, per passare infine al ferro e all’acciaio.
Per quanto riguarda l’uso, sempre nella valle del Nilo, esiste un’interessante raffigurazione (ben più tarda del coltello di Gebel-el-Arak) che rappresenta un gruppo di cinque egiziani che si esercitano al lancio del pugnale, tenendo l’arma per l’impugnatura, caricando all’indietro (tenendo l’arma più in alto della testa) e scagliandola contro bersagli disposti orizzontalmente al suolo (io stesso ho sperimentato questo metodo di lancio del pugnale, e posso confermarne l’efficacia).
In età romana si trovano principalmente tre tipi di lame corte: il parazonium, a forma di triangolo isoscele, simile ai più antichi modelli in bronzo, la sica (da cui il nostro termine sicario), stretta e appuntita, usata in ambito civile per attentati o per difesa personale, e un terzo tipo di pugnale definito genericamente pugio, usato nell’esercito dai legionari.
In ambito militare il pugnale non è comunque molto usato, e si può ritenere che non facesse parte dell’equipaggiamento vero e proprio.
Il suo uso si diffonde a partire da quando viene adottata la lunga spada gallica, arma prevalentemente da taglio, in sostituzione della precedente spada corta di tipo ellenico, e torna ad essere più circoscritto dopo le guerre puniche, con l’adozione del gladius corto, a doppio taglio e punta acuminata, che fa sentire meno il bisogno di avere un pugnale al fianco come arma secondaria.
Dopo il I secolo a.C. è possibile che il pugio sia diventato un’arma standard per alcuni reparti, o per i militari con determinate funzioni.
L’impugnatura del pugio è dotata di avvallamenti atti a facilitare la presa delle dita, e la forma può variare, come la lunghezza e la larghezza della lama.
Viene portato al fianco sinistro se la spada è tenuta a destra, altrimenti può venir infilato nello schiniere.
L’uso civile del pugnale, e particolarmente della sica è più diffuso (ricordiamo ad esempio l’uccisione di Cesare), anche perchè sappiamo dal Satiricon di Petronio Arbitro (Libro XVI) che era proibito per i civili portare la spada, per lo meno in città e in età imperiale.
Con la caduta dell’Impero si verifica anche una rapida decadenza dei pugnali, sostituiti da coltelli come lo scramasax germanico, un coltello a lama singola lunga almeno 10 cm., appuntito, usato sia come utensile e coltello da caccia sia per difesa dal V al X secolo.
In questo periodo non c’è un confine netto tra lo scramasax e le spade ad un
solo filo chiamate sax o sax lungo.
Un altro coltello dei “secoli oscuri” è il seax, sempre a lama singola, a volte col bordo posteriore appuntito (secoli X e XI), spesso troppo corto per essere us
ato per difesa, soprattutto in un’ epoca in cui viaggiare armati era normale.
Col XIII e soprattutto col XIV secolo inizia una rinascita dei pugnali, e in primo luogo di pugnali a lama stretta, usati per penetrare le maglie della cotta di ferro, o comunque l’armamento difensivo dell’avversario.
Bisogna però aspettare fino al XV secolo per poter avere un’idea più precisa di quale fosse l’antica arte del pugnale e della daga in Europa.
A cura di Marco Rubboli – © 2000 Sala d’Arme Achille Marozzo